Tanzania: La Grande Migrazione

Un Safari in Tanzania Unico? Vivi la Grande Migrazione nei suoi momenti più emozionanti!

Quando pensi a un Safari ti vengono mai in mente le scene dei documentari in cui numerosi gruppi di antilopi, gazzelle, gnu, impala, zebre e altre specie animali si muovono precipitosamente, sfidando corsi d’acqua infestati da predatori, subendo raid da parte di predatori felini (come ghepardi e leoni) o si scontrano per regolare i rapporti all’interno del branco?

Ebbene ciò a cui stai pensando non sono scene fantastiche che la TV ha confezionato per impressionarti quando eri poco più che in fasce, ma è esattamente quanto accade in natura durante la lotta per la sopravvivenza.

Queste scene sono all’ordine del giorno durante quella che è conosciuta come “Wildebeest Migration”: la Grande Migrazione.

Cos’è la Grande Migrazione?

La Grande Migrazione di circa 2 milioni di esemplari selvaggi attraverso le riserve dei parchi del Maasai Mara, del Serengeti e del Ngorongoro è un momento molto concitato: uno dei rari spettacoli che la natura ancora riserva nella sua più autentica forma.

Le specie erbivore, in concomitanza con il ciclo delle piogge, sono costrette a spostarsi alla ricerca di pascoli e acqua per la propria sussistenza.

La dura ricerca di pascoli e corsi d’acqua porta a un continuo adattamento per la sopravvivenza, mentre predatori carnivori attendono che l’esemplare più debole si isoli dagli altri per sferrare l’attacco, ed infine lasciare i resti a iene e sciacalli.

Anche i predatori hanno le loro problematiche da gestire: devono stabilire chi comanda il branco, la territorialità ne rende alcuni stanziali e circoscritti, costretti a una certa area da altri branchi, la difficoltà a far fronte alle lunghe tratte che invece affrontano gnu, elefanti ed altri mammiferi!

Quando assistere alla Grande Migrazione?

Non è sempre facile intercettare queste incredibili mandrie di erbivori: ricordiamoci che ci troviamo nella Savana selvaggia e sconfinata!

Noi di Sun and Dust ad ogni modo facciamo il possibile per fare assistere le persone a questo spettacolo, ecco perché qualche trucchetto lo abbiamo imparato e le nostre guide specializzate ci supportano anche in questo arduo compito.

I momenti principali, che consigliamo di prendere in considerazione quando si pianifica un safari in Tanzania per assistere a questo straordinario fenomeno sono due: la Calving Season e l’attraversamento del fiume Mara.

Il motivo è presto spiegato!

Gennaio e marzo: la Calving Season

La calving season, nel periodo tra gennaio e marzo: a sud del parco Serengeti, nei pressi del lago Ndutu, al confine con l’Area di Conservazione di Ngorongoro, nascono migliaia di cuccioli che, tra aprile e maggio, sono pronti a seguire gli adulti e partecipare alla transumanza, alla ricerca di nuovi pascoli e acqua per sopravvivere.

In questo periodo le mandrie sono ferme per i parti e la riproduzione.

Il territorio in quest’area è ricco di calcio perciò gli erbivori vengono incentivati nella scelta di quest’area per le necessità alimentari durante l’allattamento.

Ma non sono solo gnu, antilopi e zebre a partorire: anche i felini mettono alla luce la propria prole, e anche loro devono badare al proprio sostentamento.

Aprile

Ad aprile comincia lo spostamento dal centro del parco Serengeti verso ovest: è possibile osservare questo meraviglioso spettacolo fino a maggio.

Maggio e giugno: attraverso il Western Corridor

Tra maggio e giugno, durante la migrazione gli animali seguono e attraversano il fiume Grumeti, nella zona del cosiddetto Western Corridor: il passaggio delle mandrie ai guadi del fiume è uno degli spettacoli naturali più famosi e, purtroppo, crudeli.

Le acque da attraversare, anche qui come in un’altra fase che vedremo più avanti, sono infestate dai coccodrilli che aspettano le loro prede, ippopotami molto suscettibili e territoriali, assieme ad altre insidie che al minimo passo falso possono costare la vita agli animali.

Da luglio a ottobre: salita verso Nord e poi discesa verso Serengeti

L’attraversamento del fiume Mara nel Serengeti del Nord
All’inizio di luglio comincia la risalita verso l’estremo nord (Lobo), il Maasai Mara e l’omonimo fiume, il cui l’attraversamento è reso, ancora una volta, ostico dalla presenza di coccodrilli in attesa che gnu o altri animali di passaggio facciano un passo falso in acqua.

La mancanza di piogge di fine settembre e ottobre obbliga le mandrie a fermarsi a pascolare nel Maasai Mara, al confine con il Kenya, per poi tornare verso il Serengeti centrale a novembre, seguendo le piccole piogge.

In questo periodo, la concentrazione di predatori allertati dal passaggio delle mandrie, in particolare di leoni e ghepardi, è particolarmente frequente. Non è raro assistere a lotte territoriali e interne al branco tra i leoni maschi.

Novembre e dicembre, in attesa delle piogge!

L’inizio delle piogge e la loro abbondanza influiscono molto sul movimento della Migrazione: se le piogge tardano o non sono sufficienti per riempire le pozze e i fiumi stagionali del sud del Serengeti e della Conservation Area del Ngorongoro, le mandrie non lasceranno i propri pascoli facilmente.

In questo periodo a Lobo si trovano ancora molte mandrie in attesa di decidere quando la Migrazione possa partire.

Nel Serengeti Centrale, in un momento favorevole di pioggia, ritroviamo finalmente la partenza della Migrazione.

Il Lago Ndutu e il Lago Masek, situati nella zona sud-est, sono 2 fonti certe di acqua per tutta la permanenza della migrazione, si alternano aree paludose ed erba bassa, fattori molto graditi ai grandi erbivori come zebre e gnu che assieme al paesaggio circostante rendono il panorama altamente coreografico, perfetto per qualche scatto colorato.

Inoltre, qui si trovano molteplici specie presenti tutto l’anno, come elefanti, gazzelle e antilopi, giraffe, struzzi, iene, leoni e licaoni; in acqua sempre in agguato troveremo ippopotami e coccodrilli; nel cielo invece potremmo scorgere avvoltoi e centinaia di specie di volatili.

Insomma, un territorio da esplorare ed ammirare quando si progetta un Safari in Tanzania.


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